Blivido.

Pensieri, parole, o pere, o missioni

martedì 27 ottobre 2009

2000 + dieci


Se provo a scrivere l'anno che verrà, mi viene da scrivere 20010. Ventimiladieci.
Sono quasi dieci anni che metto due zeri quando scrivo la data, vorrà pur dire qualcosa.

Questi anni zero non li riesco bene a mettere a fuoco. Poi succede che passa un decennio e allora è tutto chiaro, e tutti dicono che è tutto così anni '90, è un taglio di capelli anni '80, e così via.

Oggi in tv fanno il Grande Fratello, come dieci anni fa.
Ora, sarebbe davvero troppo riduttivo e banale prendere questo fatto e considerarlo l'emblema della pochezza di questi anni.
Sono troppo ottimista per pensarla così.
Almeno spero.
L'ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili. Il pessimista sa che è vero.*

mercoledì 21 ottobre 2009

Comparse della storia


Scopro oggi che il layout grafico di questo blog è lo stesso identico del blog di Clemente Mastella.
Il che mi riempie di gioia, e spero che un giorno qualcuno si confonda e scambi Blivido per il blog di Mastella.
Oggi sono uscite notizie di nuovi guai giudiziari sulla famiglia Mastella.
Questo personaggio, di cui su internet di trovano perlopiù foto comiche e caricaturali, è stato persino ministro.
Poi mi ricordo che Mastella ha dato le dimissioni come ministro in seguito a vicende giudiziarie.
Tutto questo è successo meno di due anni fa. E io me lo ricordo a malapena.
E se penso a Mastella ho solo un ricordo vago, di una persona disonesta.
Queste comparse della storia, a cui l'attualità ha dato attimi di notorietà, hanno spesso la pretesa di voler essere più importanti di quanto non lo siano realmente.

domenica 11 ottobre 2009

Le esperienze del passato

Quand'ero bambino, una volta, mi entrò una spina in un dito.
Mia madre, per convincermi che era necessario estrarla con un ago sterilizzato sul fuoco, mi disse che se non l’avessi tolta, quella spina sarebbe piano piano penetrata nel mio corpo, e poi sarebbe finita al cuore. O almeno questo è quello che mi ricordo. La sensazione che mi trasmette quel ricordo.
Ancora oggi, se una scheggia di qualcosa mi si infila sotto la pelle, inconsciamente penso che sia il caso di toglierla il prima possibile, altrimenti finisce male.

Una volta da bambino, ero preso dall’irrefrenabile istinto dei bambini a smontare le cose.
Avevo scoperto che un pezzo del grosso mobile del soggiorno si poteva staccare e rimettere a posto con facilità. Una delle lunghe stecche di legno che suddividono il mobile in reparti diversi.
Quel giorno dietro la stecca di legno che avevo smontato, trovai un grosso scarafaggio.
Mi spaventai a morte, e rimisi subito a posto il pezzo di mobile. Non lo tolsi mai più dal suo posto.
Ancora oggi, quando guardo quel mobile, penso che dietro un punto preciso si nasconda uno scarafaggio.

Cosa possiamo essere noi, rispetto a quanto le esperienze della nostra vita ci hanno reso quello che siamo?

mercoledì 7 ottobre 2009

l'uso del condizionale

Quando ho troppi impegni poi mi stresso.
Quando ho troppo tempo libero mi deprimo e mi impigrisco.

E' che uno non è mai contento, o non è mai come dovrebbe essere.
Sempre un po' inadeguato, sempre un po' diverso da come si era immaginato.
Come prendere un tramezzino pomodoro e tonno, addentarlo e scoprire che è salmone.

Chi ha i capelli lisci vorrebbe averli ricci. E viceversa.
Chi ha il lavoro fisso vorrebbe meno monotonia.
Chi viaggia molto vorrebbe più stabilità.
Chi vive all'estero vorrebbe tornare in Italia.
Chi sta qua vorrebbe fare di tutto per stare là.
Chi ha una relazione fissa vorrebbe scopare con la collega, con la vicina di casa e con la ragazza di suo cugino.
Chi scopa variegato vorrebbe un rapporto stabile.

Riusciresti a ottenere veramente quello che vuoi, se te ne venisse data la possibilità?

lunedì 5 ottobre 2009

Vite urbane

Vite passate al semaforo.
Vite passate ad ascoltare assoli di chitarra scontati, cantanti a comando, voci effemminate.
Vite passate ad accelerare al giallo
Vite passate ad urlare al clacson
a dire No, No, No
ma lui ha già appoggiato la spazzola sul vetro, e allora No, No No, cazzo, Sì.
Vite passate a buttare veleno dal tubo .
Vite passate a respirare il veleno del tubo.
A cambiare l'aria a colpi di arbre magique
a respirare mughetto sintetico, lavanda da laboratorio.
Vite di dita nere, occhi rossi
rumore forte, colpi di tosse.
Troppo caldo o troppo freddo. O troppo finto.
Vite allineate a ritmi inumani.
Vite allentate da viti vuote.
Vite allenate da viverci bene
in questo nulla di plastica
nera di smog.