Blivido.

Pensieri, parole, o pere, o missioni

mercoledì 17 marzo 2010

Un dolore distribuito

Oggi pensavo a come ci arrivano le notizie.
Le notizie nostre, quelle della nostra vita, quelle che riguardano le persone che abbiamo vicino.

Se ne parla sempre di come era il mondo prima che arrivassero i telefoni cellulari.
Io però non avevo mai pensato a come questa invenzione influisse sul modo in cui abbiamo notizia di qualcosa che ci circonda.

Il dolore, un tempo, ti arrivava quasi esclusivamente sulla soglia di casa.
Passavi la tua giornata più o meno in tranquillità, e poi rientrando, senza nessun preavviso, sentivi una forza cattiva che ti blocca lo stomaco e ti fa tremare le gambe.

Il dolore era fermo, braccato nelle mura domestiche. E per strada, non se ne sentiva quasi l'energia.

Oggi, qualsiasi cosa succeda, lo sapiamo subito, in qualsiasi posto.
E' già in uno squillo del telefono, in un tono di voce incrinato, filtrato dall'apparecchio.
E' un dolore distribuito, nel tempo e nello spazio, che non ha confini e che ci assale per le strade, in macchina, dal dentista, alla stazione.
E la sua energia si distribuisce a tutti, nell'aria, libera di espandersi.

Forse è per questo che il mondo di oggi mi sembra più cattivo.