Blivido.

Pensieri, parole, o pere, o missioni

giovedì 21 gennaio 2010

Paura di volare


Io, non avevo paura di volare.
Poi, all'improvviso, mi è venuta.
E sì che ne ho presi tanti, in vita mia, di aerei.
Così questa volta sono partito, con la paura dell'aereo.

Poi mi sono accorto che forse non ho paura dell'aereo.
Però, per la prima volta, ho analizzato il volo.

Ho avuto la sensazione dei pesci nell'acquario.
Le ritualità. Le hostess che fanno il loro balletto spiegando le misure di sicurezza, che nessuno ascolta, o anche se le ascolta, se dovesse davvero succedere qualcosa, non avrà mai il sangue freddo di mettersi a pensare o a ricordare cosa fare.

La rincorsa, il decollo, i rumori. Il mal di pancia. La città che si allontana, sempre di più.
Poi più niente. Il nulla sotto, la stabilità. Che sembra di essere su un pullman, o su un treno.

Se ci pensi, che stai volando, mentre ti sembra di essere su uno stupido treno, è incredibile.
Che sei a migliaia di metri sopra la terra. Che lassù è tutto tranquillo, un microcosmo di sedili, e voci dall'altoparlante, bibite gassate, e sorrisi di cortesia. Però stai volando.

Quando siamo decollati, al ritorno, la città era coperta dalle nuvole.
Per tutta la mattina, il cielo era scuro, buio.
Poi ci siamo alzati in volo, e la città dall'alto aveva un altro aspetto.
Dopo le nuvole, mentre ci alzavamo sempre di più, il cielo era limpido.
E un raggio di sole ci illuminato il viso.

E allora, mi sono sentito felice.

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