Blivido.

Pensieri, parole, o pere, o missioni

sabato 16 gennaio 2010

Lisbona, gennaio

Lisbona ha un sapore caldo, che sento in qualche modo familiare.
Io non conosco il portoghese, e non e' vero per niente che somiglia allo spagnolo.
Cosi' mi confondo sempre, e dico "gracias", e loro mi rispondono "obrigado".
A Lisbona non c'e' il giallo ai semafori pedonali, e dal verde si passa subito al rosso.
Se non stai attento rischi che finisci sotto a una macchina.
A Lisbona ci sono dei tram piccoli piccoli, che si arrampicano per dei vicoli stretti e sembrano volare.

Mi sembra tutto cosi' assolutamente autentico, che mi lascio trasportare da questa vitalita' che sento inedita.

Ogni giorno che passa, sento di possedere un qualcosa in piu'.
Ogni giorno mi accorgo che c'e' un limite alle cose che possiamo conoscere del mondo ce ci circonda.
Ma e' un limite incredibilmente fisico, logistico, pratico.

Non e' un limite mentale.
Non e' un limite naturale.
Non e' un limite che possiamo decidere di autoimporci, rimanendo chiusi nella nostra quotidianita'.

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