Blivido.

Pensieri, parole, o pere, o missioni

martedì 29 dicembre 2009

Ultimo dell'anno

Gli ultimi giorni dell'anno li trascorro così.
In una città che sonnecchia ed è insolitamente ospitale.
In giro non c'è quasi nessuno, e la quotidianità diventa insolita se non c'è quasi nessuno intorno.

Gli ultimi giorni dell'anno li passo a lavorare sulle ultime cose.
A camminare a piedi nonostante la pioggia.
A leggere i libri che mi piacciono.
Ad essere calmo e rilassato, con dei ritmi più sensati, con una logica sana.

Quando arriva la fine dell'anno io ho sempre pensato che è una cosa importante.
L'anno nuovo, dico.
Sarà perchè mi viene naturale valutare le cose per anni.
La mia vita, quella degli altri. Quello che succede.
Anno per anno.

Mentre attacco sul muro un nuovo calendario, non penso al tempo che passa.
Solo che quest'anno il mio calendario è più colorato di quello vecchio.
E mi va bene così.

martedì 22 dicembre 2009

camminare a piedi


A volte, soprattutto al ritorno, mi piace farmela a piedi.
Cammino sui marciapiedi per un quarto d'ora, e faccio la strada che altrimenti percorrerei su un tram affollato.
Se non fosse per lo smog, per la puzza di tubo di scappamento e per i rumori da girone dantesco, è piacevole camminare a piedi per questo pezzo di città.

Quando faccio questo tragitto, passo davanti ad un'ambasciata.
Davanti all'ingresso, stazionano due militari.
Ci passo davanti, ogni volta.
Sono giovani, molto più giovani di me.
E in mano hanno un mitra enorme. Un'arma vera, grossa, che non capita mica sempre di vedere armi vere.
La sicurezza, dicono. Più militari per le strade.
Ma io ho paura, quando vedo questi bambini vestiti di verde con una canna lunga e nera.
Ogni volta che ci passo davanti, penso che quell'oggetto può uccidere delle persone.
Anzi, penso che quell'oggetto lì l'hanno proprio creato per uccidere le persone.
Non è che ha altre funzioni.
Pure un mattone se te lo becchi in testa ti può ammazzare. Ma mica l'hanno costruito per quello.

Così quando passo davanti a questi mi sembra sempre che mi guardino male.
E poi immagino che per qualche motivo uno di questi mi spara alle spalle.

Ieri mi sono fatto un regalo di Natale.
Poco dopo aver superato l'ambasciata, ho trovato su una bancarella un cd che mi piace tantissimo, e non lo so più quant'è che non compravo un disco originale.
L'ho pagato tre euro.
Non ho più pensato ai militari e al loro mitra.
Poi ha piovuto tutta la sera.

martedì 15 dicembre 2009

Ricostruzione unghie

Stamattina esco di casa per andare a lavoro.
Vicino casa mia ha aperto da poco un negozio nuovo.
La scritta sul piccolo cartello che funge da insegna recita "Ricostruzione unghie".
La cosa che mi viene in mente è qualcosa di simile alla chirurgia.
Come se per qualche motivo o per qualche malattia, a un certo punto ti si staccano le unghie.
E allora pernso a questi prodi valorosi che fanno questo lavoro difficile ma fondamentale per la comunità.
Io non ne conosco di storie di unghie che si staccano, e lo so già che ricostruzione unghie non vuol dire quello.
E' un trattamento estetico, qualcosa di simile alle unghie finte, ma molto più professionale, bello ed artistico.
Mi chiedo mentre cammino, quante donne possono avere questo tipo di passione, tanto da giustificare l'apertura di un negozio che fa solo quello.

Poi salgo in metropolitana, e nella ressa di persone accalcate, accanto a me c'è una ragazza.
In mano ha un telefono cellulare.
Strano penso, qua sotto neanche c'è campo.
Lei però digita e digita.
Così, curioso, allungo un po' lo sguardo.
Sta cancellando degli sms.
Tutti gli sms di una persona.
Cercando di forzare il mio astigmatismo, mi sembra di leggere sul display sempre lo stesso mittente: "Amore".
Cancella i messaggi in maniera automatica.
Prima però ne legge brevemente il contenuto, una volontaria autoflagellazione di parole prima di cancellarle per sempre.
Si muove rapida sui tasti, e sulle dita ha delle unghie blu.
Grosse, innaturali. Dipinte alla perfezione, piene di cura e decorazioni artistiche.
Ricostruzione unghie, penso.
Non serviranno per ricostruire un amore finito.

giovedì 10 dicembre 2009

stasera

Mi piace il freddo pungente di questi giorni.
Lo trovo vero, vivo.
Ti si attacca addosso, ma è sincero.

Se mi chiedi com'è cambiata la mia vita nell'ultimo anno, io bevo un sorso della mia birra, e poi comincio a parlare.
Sembro sicuro nei gesti e nei modi, ma respiro piano, e non so bene da dove cominciare.
Parlo spedito e dico un sacco di cose diverse, ma mentre le dico, sono io che cerco di fare ordine e cercare di capire com'è cambiata la mia vita nell'ultimo anno.

Sono povero nei concetti e nelle parole, ma dentro ho un mondo che urla.
Non mi si può biasimare, se cerco di rinchiudere un'esplosione dentro una scatola.

mercoledì 9 dicembre 2009

Sul tempo

Ho aperto questo blog come un esercizio di scrittura.
Per scrivere, per avere uno spazio in cui scrivere riflessioni, per condividerle con gli altri.
E' da quasi un mese che non pubblico nulla.
Non ho il tempo.
Forse ce lo avrei con una migliore organizzazione certo, ma non è questo il punto.

Il tempo è la risorsa più preziosa che possediamo. Me l'ha scritto S. una volta in una mail, e in questa affermazione riconosco me stesso.
Tempo per sè stessi, tempo per riflettere.
Sembra che il tempo non sia mai abbastanza, stritolati dal lavoro, dagli impegni, sempre e tanti e necessari.
E poi si sta male perchè il tempo non basta, perchè non si è fatto qualcosa che si voleva o si doveva, o solo perchè si è fatto tutto, ma sono finite le energie.

Io ho promesso a me stesso che avrei utilizzato bene il tempo.
Perchè ogni cosa è importante, anche stare sdraiati e chiudere gli occhi, cinque minuti.
Ho promesso a me stesso che mai più sarei impazzito per essere ovunque, per le cose che si accavallano.
Mai più avrei sottratto tempo a me stesso, qualsiasi cosa questo voglia dire.

Ci sto provando, non sempre ci sto riuscendo.
Ma è già qualcosa.