Blivido.

Pensieri, parole, o pere, o missioni

lunedì 9 novembre 2009

Due città diverse


Ho passato il finesettimana a girare per le vie del centro.
Col sole a picco di sabato e con la pioggia fitta di domenica, mi sono immerso in quello che resta degli angoli di storia, camminando ammirato e compiaciuto , calpestando strade senza tempo.
L'Isola Tiberina, il ghetto ebraico, ancora così apparentemente autentico, Castel Sant'Angelo.
I ponti, i sampietrini, le statue, le chiese.

Oggi è lunedì, e io arrivo puntale ai cancelli che delimitano l'ingresso alla metropolitana.
Chiusi, per uno sciopero di cui, come tanti, ignoravo l'esistenza.
Mentre salgo su un autobus enormemente affollato, penso che forse scioperi del genere non hanno molto senso.
Servono a creare disagio, sottolineando i motivi per i quali i lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia.
Delle due cose, solo una è riuscita in pieno: creare disagio.
Ma nessuno, delle troppe persone che intasavano gli ingressi del bus, sapeva i motivi dello sciopero.
Non lo sapeva la signora dalla voce squillante e infastidita, mentre insisteva che dal punto in cui si trovava, le era impossibile sportarsi ancora per fare spazio agli altri.
Non lo sapeva il ragazzo con la barba, mentre intimava di fermarsi ai tanti, troppi che cercavano di salire su un autobus già pieno oltre il limite.
Non lo sapevo neanch'io, mentre mi guardavo intorno accaldato, mentre guardavo fuori dalla porzione di finestrino che riuscivo a vedere, il traffico impazzito di auto, autobus, camion e motorini.
Ci ho messo il doppio del tempo per arrivare a destinazione. Molti ci hanno messo il doppio, il triplo della pazienza.
E nessuno, ci scommetto, andrà ad informarsi sul perchè oggi c'è sciopero della metropolitana.

Mentre annusavo l'aria densa di sudore e di gas di scarico, pensavo che sono due città diverse.
Non possono essere la stessa cosa, quel paradiso di vicoli e rovine antiche, di pietre secolari e di gente sorridente che ho esplorato nel weekend, e quell'inferno di gente indiavolata, stipata in spazi angusti attraverso palazzi neri di smog, con le anime asfaltate alla diffidenza reciproca e al fastidio per il prossimo.

Due città diverse che confinano, e che si guardano in cagnesco.


Ps: L’altro volto delle città, lo trovate su www.chicche.wordpress.com

Il blog più figo del web.


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