Blivido.

Pensieri, parole, o pere, o missioni

mercoledì 23 settembre 2009

questo senso

Ho questo senso di insoddisfazione.
Come quando credi che le cose vadano in un verso e poi invece non stanno così.
Ho questo senso di delusione.
Come quando lì per lì sembra che le cose vadano bene, ma poi ti accorgi che ci sei restato male.
A me mi succede sempre così. Che lo percepisco che qualcosa mi ha colpito negativamente, ma riesco a proseguire e a sorridere e a mantenere la calma e a non avere reazioni.
Come se ti danno un pugno in faccia, ma tu il dolore cominci a sentirlo dopo dieci minuti. Come un'anestesia locale. A volte è un vantaggio. A volte uno svantaggio. Dipende dai casi.

Ho questo senso di anestesia locale.
Ho questo senso di tristezza, un po'.
Questo senso. Un senso. Un senso a questa storia.
Che ormai se dici "un senso" è automatico che lo colleghi alla canzone.
Pure nei suggerimenti che ti da Google, se scrivi "un senso", ti suggerisce Vasco Rossi.
Pazzesco.
Ieri sera ero in macchina, e alla radio hanno passato un medley di Vasco Rossi, dal vivo.
A me non è che sta antipatico Vasco. C'ho pure dei dischi suoi.
E' che non sopporto 'sta cosa del successo incondizionato, che tutti lo considerino il più grande solo perchè ormai è così. Il fatto che possa anche scorreggiare nei suoi dischi, tanto va benissimo lo stesso, che però vasco è vasco. Boh.
E allora c'era 'sto medley alla radio, chitarra acustica e voce. E lui cantava un pezzo di ogni canzone, tutti pezzi lenti, tutte cose tipo Unacanzonepertè o incredibileromantica, tutte attaccate. E a sentirlo alla radio faceva pure un certo effetto, perchè ogni volta che attaccava una canzone diversa c'era 'sto boato, come quando segna una squadra di calcio, e poi il boato si scioglieva in un'unica grande voce che accompagnava quella di Vasco. Sempre così, boato, e poi tutti che cantano. Per tutto il medley.
Che poi sentirlo alla radio è un conto. Io a un concerto di Vasco Rossi non ci sono mai stato. Però immagino che se ci andassi vorrei sentire lui cantare, non ottantamila stronzi stonati che mi urlano nelle orecchie che Laura aspetta un figlio per natale.

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